Tutti i sintomi dell’esposizione all’amianto

Con oltre tre milioni di produzione di amianto, dagli anni Sessanta l’Italia è stata uno dei maggiori produttori e utilizzatori di amianto. Dal 1992 la legge n.257 ha vietato non soltanto la sua estrazione, ma anche importazione, commercializzazione e produzione dei prodotti contenenti oppure derivati dal minerale.

Ai nostri giorni vengono prese moltissime precauzioni per aumentare la salubrità del luogo di lavoro, ma da allora sono state tantissime le persone che si sono ammalate.

Vediamo quali sono i sintomi dall’esposizione all’amianto.

Cos’è l’amianto

Conosciuto anche con il sinonimo “asbesto”, dalla derivazione del termine greco “asbestos” che vuol dire “inestinguibile”, l’amianto è un minerale presente in natura in grande quantità. Grazie alle sue caratteristiche che lo rendono resistente e inalterabilie, si è diffuso nel tempo il suo grande utilizzo.

Le fibre amiantifere, oltre a essere resistenti alle sostanze chimiche, al fuoco e al calore, sono leggere e flessibili, per cui facilmente lavorabili. Impiegato nella produzione di oltre tremila derivati, l’amianto e le sue fibre sono presenti soprattutto nell’edilizia.

Negli anni Settanta, diffuso come eternit, ha avuto un ampio utilizzo nella fabbricazione di pavimenti, come materiale da copertura e di isolamento. Parecchio usato anche nei treni, per rivestire forni, per contenere l’acqua potabile e per la produzione di tute e guanti di protezione nel settore industriale.

I sintomi da esposizione all’amianto

La sintomatologia può comparire persino oltre ventanni dopo la prima esposizione all’amianto. Generalmente alcuni disturbi compaiono anche in maniera del tutto leggera. Inizialmente le prime avvisaglie si hanno con la fatica nel respirare, all’inizio in seguito a uno sforzo fisico, addirittura anche a riposo. In seguito compaiono tosse e dolore al torace persistente.

Gradualmente i sintomi iniziano a peggiorare al punto che il malato mostra un grave peggioramento arrivando finanche a insufficienza respiratoria e, in condizioni più gravi, a quella cardiaca.

Negli anni si sono riscontrati tantissimi casi di tumore al polmone oppure altre malattie cancerogene che, purtroppo continuano ad aumentare. Sono tantissime le casistiche dei lavoratori che loro malgrado si trovano a fare i conti con una problematica di questo tipo.

In particolare ci sono settori della PA (come i dipendenti delle ferrovie o del ministero della difesa) che negli anni sono stati esposti e sono alla ricerca di qualcuno che li possa tutelare dallo Stato! Se sei uno di loro clicca qui per avere consigli ed indicazioni sulle procedure per intentare causa.

Soltanto tramite una visita medica è diagnosticata l’asbetosi, ossia la malattia generata in seguito alla contaminazione da amianto. A volte è proprio lo pneumologo, lo specialista medico dei polmoni, ad accertare la patologia.

All’inizio sono presi in considerazione i primi sintomi del paziente, cercando di ricondurli alla sua storia personale e al lavoro, in modo da individuare la contingenza di una sua esposizione all’amianto.

Sono gli esami radiologici e la TAC al torace a confermare la diagnosi. Da evidenziare che la fibrosi pleurica e polmonare, come anche il versamento della pleura e gli ispessimenti del polmone, si rendono visibili agli esami soltanto dopo dieci anni dall’esposizione.

Terapie somministrate in seguito ai sintomi

Non esiste una specifica terapia per curare le patologie legate all’esposizione all’amianto e alle sue fibre, comunque ci sono due azioni utili per non aumentare la sintomatologia: arrestare l’esposizione alle fibre di amianto e, se fumatori, sospendere il fumo.

Sono utili i farmaci broncodilatatori e, per prevenire e limitare le infezioni a carico degli apparati respiratorio e polmonare, sottoporsi alle vaccinazioni antifluenzali.

Per le bronchiti acute, generalmente sono prescritti in terapia medica gli antibiotici, in alcuni casi anche il cortisone. Nei casi di grave insufficienza respiratoria si ricorre all’ossigenoterapia, somministrando ossigeno.

Disclaimer

Questi testi hanno scopo divulgativo, non vanno intesi come indicazione di diagnosi e cura di stati patologici e non vogliono sostituirsi in alcun modo al parere del Medico.

 Fonti

Ministero della Salute. Amianto

US Environmental Protection Agency (EPA). Asbestos (Inglese)

Sviluppare le attività motorie di un bambino: tra gioco e divertimento

I bambini sono tutti diversi e le loro caratteristiche rendono loro unici. Ovviamente, qualcuno potrebbe non avere la giusta motricità, far cadere gli oggetti ed essere leggermente goffo.

Nella maggior parte dei casi si tratta di un momento nella fase della crescita, ma alcune tipologie di gioco potrebbero aiutare a trovare la giusta dimensione. Facciamo chiarezza?

Apprendere giocando, come fare? I consigli degli esperti

Curiosando sul sito mammaesperta.it si può ottenere un grande aiuto in merito ai giochi da acquistare e fare con i bambini. Alcuni di questi sono strumenti studiati appositamente per sviluppare il loro ingegno, motricità oltre che sviluppo cognitivo ottimale ad ogni età.

I giochi per i bambini devono divertire per fare bene, perché se un bimbo fa le cose controvoglia e con obbligo da parte di un adulto non si potrà andare molto lontano.

Detto questo, tra i consigli per imparare divertendosi apprendiamo:

  • Non farne un dramma

Se un bambino non è abile e intraprendente, non è un dramma ma il suo carattere. Ci sono moltissimi giochi per bambini che possono essere scelti per aiutarlo a giocare con i suoi coetanei, senza timore che si metta in un angolo.

Giocate insieme a palla o con le costruzioni, create una sorta di caccia al tesoro in casa inserite anche dell’attività fisica. Sono tutti fattori determinanti per dare al bambino degli strumenti con cui lavorare, sviluppando il proprio corpo oltre che ottenere una capacità motoria elevata.

Incoraggiare un bambino a giocare è importante, con gli adulti che si divertono insieme e dedicano del tempo a questi esercizi. I giochi sono basati sul movimento e sull’intelligenza, adatti ad una fascia di età specifica e ad una necessità del momento.

  • Rispettare i tempi del bambino

Come accennato, ogni bambino ha i suoi tempi di sviluppo e di movimento. C’è chi apprende velocemente e chi, al contrario, tende a pensare un pochino di più per poi svolgere l’azione in un secondo momento. Non ci sono azioni giuste o sbagliate, perché tutto questo potrebbe dipendere da tre fattori fondamentali:

  • Velocità di sviluppo personale
  • Ereditarietà
  • Motivazione per allenare le sue capacità.

Tutte le tappe che riguardano lo sviluppo motorio si manifestano durante l’infanzia, ma non nello stesso momento per tutti i bambini. Quanti iniziano a camminare mentre gli altri sono ancora presi dal gattonare? Ci sono competenze più o meno complesse da rispettare sino ai sei anni.

In ogni caso, per ogni nuova abilità un bambino deve essere seguito e dovrà ripeterla per lungo tempo prima che riesca a controllarla. Si inizia sempre con dei movimenti molto delicati, per esercitare occhi – dita e mani per poi passare al busto e alle gambe. Il bambino si muoverà con maggiore sicurezza divertendosi, senza credere che sia un qualcosa di noioso o inutile in quel momento. Il segreto? Utilizzare gli strumenti adatti per lo sviluppo motorio e cognitivo del bambino, oltre che seguirlo passo passo divertendosi.

Ovviamente, se un adulto dovesse notare una attività motoria non corretta e persistente è il caso di rivolgersi ad un professionista del settore.

Sindrome da burnout, disturbo del terzi millennio

Se lo stress costante ti fa sentire impotente, disilluso e completamente esausto, potresti essere sulla strada del burnout. Ecco cosa puoi fare per ritrovare il tuo equilibrio e sentirti di nuovo positivo e pieno di speranza.

Cos’è il burnout?

Come afferma Giorgio Ioimo sul suo sito https://giorgioioimo.com, la sindrome da burnout è uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale causato da stress eccessivo e prolungato. Si verifica quando ti senti sopraffatto, emotivamente svuotato e incapace di soddisfare le richieste costanti. Man mano che lo stress continua, inizi a perdere l’interesse e la motivazione.

Il burnout riduce la produttività e consuma energie, lasciandoti sempre più impotente, cinico e risentito. Alla fine, potresti sentirti come se non avessi più niente da dare.

Gli effetti negativi del burnout si riversano in ogni area della vita, tra cui la famiglia, il lavoro e la vita sociale. Il burnout può anche causare cambiamenti a lungo termine nel corpo, rendendoti vulnerabile a malattie come raffreddore e influenza. A causa delle sue numerose conseguenze, è importante affrontare subito il burnout.

Segni distintivi del burnout

Potresti soffrire di burnout se:

  • Ti sembra che ogni giorno sia un cattivo giorno.
  • Ti sembra che prendersi cura del lavoro o della famiglia sia uno spreco totale di energie.
  • Sei esausto tutto il tempo.
  • La maggior parte della tua giornata è dedicata a compiti che trovi noiosi o opprimenti.
  • Ti senti come se nulla di ciò che fai faccia la differenza o sia apprezzato.

Sintomi del burnout

E’ naturale che ci siano giorni in cui ci sentiamo impotenti, sovraccarichi o non apprezzati, e uscire dal letto richiede la determinazione di Ercole. Ma se ti senti così per la maggior parte del tempo, tuttavia, potresti soffrire di sindrome da burnout.

Il burnout è un processo graduale. Non succede dall’oggi al domani, ma può insinuarsi in te. All’inizio i segni e i sintomi sono impercettibili, ma peggiorano con il passare del tempo. Pensa ai primi sintomi come segnali di allarme che qualcosa non va, un qualcosa che debba essere affrontato. Se presti attenzione e riduci attivamente lo stress, puoi prevenire un grave esaurimento. Se li ignori, alla fine il burnout si impossesserà di te.

Leggi l’approfondimento sul sito

Segnali fisici del burnout

  • Stanchezza e sensazione di svuotamento per la maggior parte del tempo.
  • Immunità ridotta, malattie frequenti.
  • Frequenti mal di testa o dolori muscolari.
  • Cambiamento dell’appetito o delle abitudini del sonno.

Segnali emotivi del burnout

  • Senso di fallimento e insicurezza.
  • Sensazione di impotenza e sconfitta.
  • Distaccamento, sensazione di sentirsi soli al mondo.
  • Perdita di motivazione.
  • Prospettiva sempre più cinica e negativa.
  • Diminuzione della soddisfazione e del senso di realizzazione.

Segnali comportamentali del burnout

  • Ritiro dalle responsabilità.
  • Isolamento dagli altri.
  • Procrastinare, impiegare più tempo per portare a termine le cose.
  • Uso di cibo, droghe o alcol per far fronte.
  • Scaricamento delle frustrazioni personali sugli altri.

Differenza tra stress e burnout

Il burnout può essere il risultato di uno stress incessante, ma non è lo stesso disturbo. Lo stress, in generale, ha a che vedere con il “troppo”: troppe pressioni che richiedono troppo da te, fisicamente e mentalmente. Tuttavia, le persone stressate pensano che se riuscissero a tenere tutto sotto controllo, si sentirebbero meglio.

Il burnout, d’altra parte, ha a che fare con il “non abbastanza”. Significa sentirsi vuoti e mentalmente esauriti, privi di motivazione. Le persone che soffrono di burnout spesso non vedono alcuna speranza di cambiamento positivo nelle loro vite. Se lo stress eccessivo fa pensare di annegare nelle responsabilità, il burnout è la sensazione di essere prosciugati. E mentre di solito sei consapevole di essere molto stressato, con il ​​burnout questo non sempre accade.

Cause del burnout

Il burnout spesso deriva dal lavoro. Ma chiunque si senta oberato di lavoro e sottovalutato è a rischio di esaurimento, dall’impiegato laborioso che non va in vacanza da anni, alla mamma casalinga esausta che si prende cura dei bambini, delle faccende domestiche e di un genitore anziano.

Ma il burnout non è causato solo da un lavoro stressante o da troppe responsabilità. Ne contribuiscono altri fattori, inclusi lo stile di vita e i tratti della personalità. In effetti, quello che fai nei tempi morti e il modo in cui guardi il mondo possono svolgere un ruolo altrettanto importante nel causare uno stress opprimente quanto le esigenze lavorative o domestiche.

Garcinia Cambogia e Tè Verde: i migliori integratori dimagranti

Mirko Pagani e Claudia Massini sono i due esperti in nutrizione che ci presentano i migliori integratori dimagranti bruciagrassi sul sito asl-rme.it e che oggi ci parlano dei due migliori ingredienti dimagranti, ovvero la Garcinia cambogia ed il Tè Verde. Vediamo cosa ci hanno risposto in merito a questi due straordinari ingredienti naturali dalle spiccate proprietà dimagranti.

Garcinia Cambogia, uno dei migliori integratori alimentari naturali per la perdita di peso

Le capsule di Garcinia cambogia sono uno dei più efficaci prodotti dimagranti naturali. Derivano da un estratto della buccia del frutto, che contiene elevate quantità di acido idrossicitrico (HCA). Quest’ultimo ha dimostrato in numerosi studi di essere efficace nella perdita di peso.

 

Come funziona la garcinia cambogia per la perdita di peso?

“Gli studi hanno dimostrato che la garcinia cambogia può promuovere la perdita di peso in due modi diversi. Il primo è sopprimere l’appetito e combattere le voglie inibendo l’assorbimento della serotonina nel cervello” dice Mirko Pagani. “Alti livelli di serotonina nel corpo possono ridurre l’appetito, specialmente l’appetito per i dolci. Il secondo è quello di rallentare o addirittura bloccare la produzione di nuovo grasso nel corpo. Così, la garcinia cambogia aiuta a ridurre il grasso della pancia, soprattutto nelle persone in sovrappeso. E a questo proposito, la garcinia cambogia è molto efficace”.

 

Quali sono i reali benefici sulla salute della garcinia cambogia?

“Oltre a questi effetti sulla perdita di peso, la garcinia ha molti benefici per la salute. Questa pianta è ideale per ridurre i livelli di colesterolo e migliorare il controllo dello zucchero nel sangue. La garcinia protegge dalle ulcere allo stomaco e aiuta a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue. Oltre a combattere la voglia di fare uno spuntino, ti offre una migliore salute cardiovascolare” afferma Claudia Massini. “D’altra parte, come uno dei migliori integratori naturali per la perdita di peso, la garcinia cambogia è anche una potente erba antinfiammatoria. Vi aiuterà quindi a combattere i dolori muscolari o articolari (legati alla pratica dello sport). Ed essendo un concentrato naturale di antiossidanti, questa pianta vi aiuterà a combattere lo stress ossidativo e ad aumentare il vostro metabolismo”.

 

Dosaggio raccomandato

Le dosi raccomandate possono variare, ma come regola generale, si raccomanda di prendere 500 mg di garcinia cambogia tre volte al giorno, da 30 a 60 minuti prima dei pasti. Per la bulimia e i suoi attacchi, il dosaggio raccomandato è tra 1.000 e 1.800 mg di frutta al giorno.

 

La Garcinia ha effetti collaterali o controindicazioni?

“La maggior parte degli studi ha concluso che la garcinia è sicura per le persone sane nelle dosi raccomandate. Tuttavia, a causa della mancanza di studi, è preferibile non prendere la garcinia durante la gravidanza e l’allattamento” dice Pagani. “Inoltre, questa pianta non è raccomandata per le persone che sono in trattamento per il colesterolo, il diabete o la demenza. Il consumo normale di garcinia cambogia non causa alcun effetto collaterale. Tuttavia, in dosi elevate, questa pianta può causare disturbi gastrointestinali. Questo può includere diarrea o flatulenza. Seguite i dosaggi per evitarli!”.

 

Tè verde, un potente antiossidante con riconosciute proprietà dimagranti

L’estratto di tè verde è un ingrediente popolare, usato come base in molti integratori per facilitare la perdita di peso. Infatti, diversi studi dimostrano che l’epigallocatechina gallato (ECGC, il principale antiossidante nel tè verde) promuove la combustione dei grassi.

 

Come funziona?

“L’epigallocatechina gallato (ECGC) è il principale antiossidante del tè verde, anche se ne contiene molti altri. Ha l’effetto di promuovere la combustione dei grassi nel corpo. Oltre all’effetto dell’ECGC, l’estratto di tè verde funziona aumentando l’attività della noradrenalina nel corpo. Questo è un ormone che aiuta a bruciare i grassi e quindi promuove la perdita di peso” afferma Claudia Massini. “In effetti, è stato dimostrato che guardare film horror può aiutare a bruciare calorie, essendo questo un effetto dell’adrenalina, un derivato della noradrenalina! L’attività fisica è essenziale per la perdita di peso. Il tè verde, grazie ai suoi effetti stimolanti sul corpo, aiuta a migliorare le prestazioni fisiche. Una migliore condizione fisica favorisce la perdita di peso e un migliore equilibrio tra massa grassa e muscolare” conferma Mirko Pagani.

 

Come possiamo descrivere i benefici e le virtù salutari del tè verde?

“Tutti i benefici per la salute del tè verde dovrebbero applicarsi all’estratto di tè verde” dice Massini. Questo include il miglioramento della salute generale e della forma fisica. La presenza di caffeina nell’estratto di tè verde aiuta a combattere la fatica e a ritrovare la vitalità. L’estratto di tè verde può anche essere associato ad altri effetti come il miglioramento delle funzioni cerebrali. La caffeina stimola le nostre funzioni cognitive e fisiche. Grazie alla caffeina, sei più concentrato e più motivato a perdere peso! Ci sono altre proprietà associate al consumo di estratto di tè verde. Riduce il rischio di cancro, ma anche il rischio di malattie cardiovascolari. Infine, questo estratto è benefico nella prevenzione del diabete di tipo 2.

 

Dose raccomandata di estratto di tè verde

Per incorporare in modo sicuro ed efficace gli integratori di tè verde nel tuo regime di perdita di peso, dovresti bere molta acqua. Perché? Semplicemente perché il tè verde contiene caffeina, un diuretico per eccellenza. Le capsule di tè verde possono essere prese con o senza pasti. Tuttavia, per massimizzare i loro effetti, si dovrebbe considerare la combinazione con olio di pesce e quercetina, che aiutano ad aumentare la biodisponibilità del tè verde. Infine, ricorda di non superare le tre-cinque tazze di tè verde al giorno, o segui le istruzioni di dosaggio sul tuo prodotto se stai prendendo il tè verde come infusione.

 

Ci sono effetti collaterali o controindicazioni?

“L’estratto di tè verde è generalmente ben tollerato”rassicura Mirko Pagani, “tranne per le persone con sensibilità alla caffeina”. Tuttavia, dovrebbe essere evitato dai bambini piccoli e dagli adolescenti, a causa della presenza di caffeina nella sua composizione. Bisogna anche notare che la caffeina crea dipendenza. È quindi necessario fare delle pause per evitare di diventare dipendenti da questa molecola.

 

Naturalmente l’efficacia di questi ingredienti non può prescindere dal seguire una dieta povera di carboidrati.

 

I 10 prodotti dimagranti efficaci e veloci

I prodotti dimagranti sono efficaci?

Gli integratori utili per ottenere il dimagrimento, per essere veramente efficaci, devono essere abbinati ad una buona alimentazione e all’esercizio fisico. Più rigorosa è la nostra dieta, meno avremo bisogno di aggiungere prodotti ed esercizio fisico.

Esistono diversi tipi di prodotti, ma i più efficaci sono quei prodotti che hanno un effetto saziante . Di solito devono essere assunti con acqua e quindi amplificare la loro efficacia. Una volta che otteniamo un apporto calorico inferiore e aumentiamo il loro dispendio con l’esercizio e il tessuto muscolare, iniziamo a notare rapidamente gli effetti.

Qual è il prodotto più efficace per perdere peso?

L’efficacia dei prodotti dipende da ogni persona, ma è più un pacchetto di scorte, cibo e prodotti che una singola opzione.

Il nostro prodotto preferito per perdere peso dovrebbe saziarci fino alla prossima poppata, quindi deve contenere una quantità sufficiente di proteine. Inoltre, deve avere una digestione abbastanza facile e veloce da permetterci di svolgere attività fisica.

Pertanto, non abbiamo altra scelta da provare fino a quando non otteniamo i migliori risultati, anticipando che un possibile ristagno può essere risolto con un cambiamento nella nostra routine o alimenti complementari.

I migliori prodotti naturali per la perdita di peso

Nella lista dei migliori prodotti naturali per la perdita di peso non possono mancare questi 10 che vi mostriamo di seguito, che sono anche i più gettonati. Ricorda che affinché funzionino, o meglio, in modo da non subire un effetto rebound non appena smetti di ingerirli, la cosa più sicura è trattarli come integratori alimentari. Con questo, una volta ridotto il suo apporto o cambiato il prodotto, il corpo non aumenterà di volume né subirà modifiche considerevoli.

Pillole dietetiche naturali senza effetto rebound

Le pillole dimagranti sono le più utilizzate da tutti coloro che sono in questo processo di cambiamento. Funzionano come importanti diluenti bruciagrassi se dosati come indicato.

  • Lipograsil shock 15 giorni. Integratore alimentare pensato per le persone che vogliono perdere qualche chilo in modo tempestivo o che vogliono iniziare una dieta e hanno bisogno di una motivazione in più. Offre un effetto detox che disintossica gli eccessi e il grasso accumulato.
  • Aspolvit Slim. Capsule vegetali che funzionano come bruciagrassi. È uno dei trattamenti di punta durante il periodo di dimagrimento, che può essere assunto da chiunque abbia intolleranza al glutine o al lattosio.
  • Carciofo con finocchio Ynsadiet . Combinazione di rimedi naturali che permette di sintetizzare bene il cibo e aiuta ad eliminare tossine e grassi in modo più semplice.
  • Ritenzione idrica H2O. Il suo estratto di tè verde, asparagi o ananas lo rendono l’integratore preferito da chi vuole ridurre notevolmente il proprio volume. Non solo aiuta a perdere peso, ma riduce anche l’infiammazione in alcune parti del corpo colpite dai liquidi.

Rimedi naturali per perdere peso velocemente

I rimedi naturali per dimagrire sono i più consigliati dai nutrizionisti per i loro molteplici benefici per la salute, e non solo per dimagrire.

  • Garcinia Cambogia. La Garcinia Cambogia è una pianta medicinale dall’aspetto molto simile a quello della zucca, che possiede una moltitudine di proprietà curative e benefici per la salute. È un perfetto complemento alle diete per perdere peso velocemente perché riduce la sensazione di fame.
  • Ynsadiet caffè verde. È l’integratore bruciagrassi naturale termogenico per eccellenza dei famosi, oltre a tutti quegli imprenditori che spesso mangiano fuori casa. Queste capsule provengono da chicchi di caffè non tostati e riducono l’assorbimento di grassi e carboidrati.
  • Infusione di OB8. È l’infuso che favorisce una digestione meno pesante e che offre l’effetto diuretico necessario per perdere peso velocemente, eliminando i liquidi ritenuti. Si può addolcire con miele o zucchero.

Altri integratori alimentari per la perdita di peso

Questi altri integratori alimentari hanno molte caratteristiche interessanti come aumentare il metabolismo o favorire la depurazione del sistema.

  • Librato. La sua funzione si esercita a livello intestinale, formando un gel che favorisce la riduzione del tasso di assorbimento dei carboidrati. Agisce come un soppressore dell’appetito che è molto utile in caso di sovrappeso o aumento della circonferenza addominale, tra gli altri.
  • Drenox Nutriox . Sciroppo che svolge una profonda purificazione dell’organismo grazie al carciofo e al tarassaco che lo compongono. Tutto ciò lo rende un potente antiossidante che mantiene rigenerate le cellule del corpo.
  • Biscotti Fibro Prugna. Non tutto doveva essere capsule, abbiamo anche contemplato questi biscotti che forniscono una percentuale equilibrata di fibre alla dieta. Questo passaggio è importante per le persone che vogliono restare in linea, velocizzando il passaggio del cibo attraverso lo stomaco e l’intestino.

Dieta saziante: come dimagrire senza morire di fame

Sicuramente ti sarai chiesto più di una volta come perdere peso senza morire di fame. Ed è che aver saziato lo stomaco sembra una delle principali sfide che devono essere superate, anche prima di entrare in palestra. Esistono molte diete che rafforzano l’assunzione di alcuni prodotti e diminuiscono quella di altri, come la dieta keto o molte altre, ma la più consigliata per raggiungere questo obiettivo è la dieta saziante.

La dieta saziante è semplice da spiegare e semplice da iniziare, ma all’inizio richiede uno sforzo minimo da parte della persona che la pratica finché il corpo non si abitua. Devi tenere a mente che il primo passo per ridurre l’appetito tra i pasti è consumare cinque pasti al giorno, tre dei quali più forti, soprattutto nel caso della colazione. Quindi, dovrai solo includere nella tua pianificazione cibi ricchi di proteine ​​e fibre, mantenendo un equilibrio tra queste, verdure e carboidrati.

 

Ci sono alcuni trucchi per ingannare lo stomaco, come mangiare pezzi grandi ma ipocalorici, in modo che ottengano quella sensazione di pienezza. È importante optare per prodotti senza battere o schiacciare, poiché sono meno riempitivi. Puoi anche masticare una gomma tra i pasti per controllare la tua fame e, naturalmente, bere molta acqua non solo per idratarti, ma anche per riempire lo stomaco.

Una volta che si assume di dover mantenere una dieta sana e la si mette in pratica, sorge la domanda su come eliminare l’ansia di mangiare. Ti consigliamo di inserire ogni giorno qualche manciata di frutta secca come arachidi o mandorle e noci crude. E includi anche datteri e fino a quattro once di cioccolato fondente nella tua settimana per bilanciare il tuo umore nel corso della dieta. Includere queste gustose ricompense ti aiuterà anche a non rinunciare alla sfida di perdere peso.

Cuscino tra le gambe: i suoi benefici e come usarlo

Per alcune persone il sonno è un momento sacro al quale davvero non è possibile rinunciare, mentre per altri invece si tratta solo di un bisogno che si è obbligati a considerare così da avere le energie sufficienti per svolgere tutte le attività desiderate durante il corso della giornata. In entrambi i casi, oltre alla quantità di ore trascorse a letto è anche importante la qualità del sonno.

Insomma, quanto si dorme, come si dorme e in che posizione si dorme.

Certamente ognuno avrà una posizione preferita, ma secondo gli esperti oltre il 40% delle persone preferisce addormentarsi posizionandosi su un fianco e con le gambe leggermente rannicchiate, nella classica posizione fetale. La ragione principale sembrerebbe il desiderio di sentirsi protetti – soprattutto in un momento di vulnerabilità come quando ci si abbandona al sonno – eppure i benefici di addormentarsi così sono ben più rilevanti in quanto hanno a che fare con la nostra salute.

Dormire su un lato aiuta a prevenire il mal di schiena, come confermato in questo articolo, e, qualora se ne soffrisse già, diventa utile per limitarne il fastidio. Inoltre, risulta essere la posizione più indicata per le persone in età avanzata, ovvero per tutti coloro che a causa di acciacchi o spasmi sono soliti svegliarsi con maggiore frequenza durante notte.

Ma non solo. Assumendo questa posizione si ha anche la possibilità di utilizzare un comodo cuscino da posizionare tra le gambe, una sorta di guanciale che consente di assumere una postura corretta che ci assicurerà di svegliarci rilassati e senza il rischio di avvertire nel corso della giornata qualche spiacevole dolore alla schiena o agli arti inferiori, dal momento la funzionalità del cuscino agisce sia sulle gambe che sulla colonna vertebrale.

Nello specifico i benefici di dormire con un cuscino ortopedico tra le gambe riguardano:

  • Ridurre lo stress sulle articolazioni e, di conseguenza, è uno dei modi di prevenire i dolori articolari, come altri visti sul nostro sito;
  • Limitare l’effetto sfregamento delle ginocchia, fastidioso soprattutto in estate;
  • In gravidanza facilita la respirazione e migliora la circolazione evitando di generare compressione sugli organi interni e sul feto;
  • Ancora in gravidanza, aiuta a ridurre il problema delle gambe gonfie.

Volendo invece considerare le caratteristiche che deve avere un buon cuscino per svolgere al meglio la sua funzione, ricordiamo che i migliori sul mercato sono quelli realizzati in memory foam. Vediamo perché.

  • È sempre meglio prediligere i cuscini realizzati in memory foam, ovvero in schiuma di poliuretano e additivi chimici, in quanto non sono né troppo rigidi né troppo soffici, ma conferiscono al materiale la capacità di regolare la propria densità strutturale presentandosi morbidi al tatto, resistenti e in grado di accogliere il peso senza deformarsi.
  • In questo modo è più facile prediligere i tessuti freschi e traspiranti che possono essere facilmente lavati in lavatrice e non comportano il rischio di allergie.
  • Oltre all’elasticità un cuscino memory foam facilita l’assunzione di una posizione lineare della colonna vertebrale, recando beneficio anche alle spalle e alle ginocchia e permettendoci di svegliarci rilassati.
  • Anche il rischio di dolori nell’area lombare è ridotta, come ad esempio le lombo sciatalgie, grazie alla sua capacità di distribuire il peso della persona in maniera uniforme durante il sonno senza fare alcuna pressione e migliorando il comfort del sonno.
  • Alcuni modelli sono provvisti di una fascia che può essere applicata in modo da far aderire ulteriormente il cuscino a una delle due gambe e tenerlo fermo durante la notte in modo che la stabilità aiuti anche a tenere una postura corretta.

Infine, rimandando in tema riposo e salute, è importante ricordare altri suggerimenti di medici e fisioterapisti riguardo l’importanza di avere una corretta postura durante il sonno e non sottovalutare i danni che –in caso contrario – potremmo provocarci alle articolazioni, alla circolazione, alla respirazione e all’umore.

Oltre all’uso di un cuscino ortopedico da posizionare stabilmente tra le gambe, i 5 consigli degli specialisti dicono che:

  • È preferibile non dormire a pancia sotto in quanto è una posizione che rende più difficoltosa la respirazione e provoca dolori al collo.
  • Se si dorme sulla schiena è preferibile riporre un cuscino al di sotto delle gambe in modo da scaricare e decomprimere la colonna vertebrale dando sollievo alle articolazioni.
  • Evitare di dormire rannicchiati causando la presenza di tensioni nella zona del collo e della schiena. Che si usi o no il cuscino tra le gambe, quando si dorme sul lato è importante assicurarsi di avere la testa allineata al resto del corpo, le ginocchia leggermente piegate ma non troppo alte al petto e il mento rivolto verso il basso così da tenere il collo allungato e rilassato.
  • Ricordasi sempre di scegliere il cuscino giusto. Mai troppo gonfio o troppo sottile, doppio solo in caso di necessità per agevolare la respirazione, ed è importante che indipendentemente dalle dimensioni riesca a supportare tutta la linea del collo accogliendo la testa e dandole il supporto necessario.

Fisioterapia dopo intervento per rottura legamento crociato anteriore

Molti giovani sportivi sono vittime di infortuni al legamento crociato anteriore. Allo stato attuale, per questa categoria di persone, l’approccio chirurgico sembra essere l’unica opzione possibile per un pieno recupero della funzionalità del ginocchio.

Vediamo ora, più da vicino, come si articola la riabilitazione post-operatoria del legamento crociato anteriore.

Il percorso riabilitativo post-operatorio

La riabilitazione post-operatoria è delicata, impegnativa e può durare dai 6 mesi fino ad un anno, in relazione alle aspettative del paziente, ai danni riportati nel corso dell’infortunio, alla tipologia di ricostruzione ed alle pregresse condizioni del soggetto.

La fisioterapia dopo l’intervento per rottura del legamento crociato anteriore si propone di tagliare i seguenti traguardi. Sicuramente al primo posto c’è quello di ridurre il dolore articolare e il gonfiore.

  • Controllo di dolore ed edema
  • Pieno recupero della mobilità del ginocchio
  • Recupero della forza muscolare
  • Ripristino della propriocezione
  • Recupero della deambulazione senza l’ausilio di presidi
  • Ritorno alla quotidianità ed all’attività sportiva

La fisioterapia post-operatoria consta, per la precisione, di tre distinte fasi e di diversi esercizi svolti, talvolta, con l’ausilio di strumentazione dedicata.

La prima fase del percorso riabilitativo

La prima fase ha inizio nei giorni immediatamente successivi all’intervento chirurgico. A circa 48 ore dall’operazione si rimuovono, per prima cosa, i drenaggi. Il fisioterapista lavora, quindi, per consentire al paziente di recuperare la funzionalità del ginocchio.

Gli obiettivi da raggiungere tra il terzo ed il quattordicesimo giorno sono:

  • Controllo della sintomatologia dolorosa conseguente all’intervento
  • Riduzione di gonfiore ed infiammazione
  • Ottimizzazione della mobilità di ginocchio e rotula
  • Recupero completo dell’estensione del ginocchio
  • Recupero parziale della flessione del ginocchio
  • Recupero progressivo della forza del quadricipite femorale
  • Deambulazione con iniziale ausilio di stampelle canadesi

I trattamenti strumentali usati in questa prima fase sono molteplici e tra questi figurano la tecarterapia, la laserterapia e gli ultrasuoni per ridurre dolore, gonfiore ed infiammazione del ginocchio. Seguono esercizi di mobilizzazione passiva e pratiche da ripetersi anche tra le mura domestiche.

Dal quindicesimo giorno, il fisioterapista si propone di:

  • Minimizzare gli stati infiammatori
  • Regolarizzare la mobilità di ginocchio e rotula
  • Recuperare la forza con esercizi in piedi e da seduti
  • Ripristinare la capacità di equilibrio
  • Recuperare la capacità di deambulare senza stampelle
  • Aiutare il paziente a tornare a pedalare sulla cyclette

La seconda fase del percorso riabilitativo

Questa fase è volta al pieno recupero della capacità funzionale del ginocchio al fine di consentire al paziente di riprendere, almeno in parte, la propria routine quotidiana. Il fisioterapista si concentra sul lavoro muscolare ed abbandona, parzialmente, l’utilizzo di macchine.

Gli atleti tornano, inoltre, ad allenarsi in modo graduale grazie al lavoro congiunto di fisioterapista, preparatore atletico ed ortopedico di fiducia.

In questa fase, la riabilitazione si svolge prettamente in palestra ed il soggetto inizia, inoltre, a correre. Gli esercizi sono isometrici ed isotonici, mentre altri sono in piedi ed a corpo libero.

La terza fase del percorso riabilitativo

Questa fase chiude il percorso di riabilitazione: il paziente riprende le proprie attività quotidiane e l’atleta può finalmente tornare in campo per inserire il ginocchio in un corretto schema motorio.

Il soggetto, al termine della terza fase, possiede:

  • Completa mobilità
  • Capacità di equilibrio e coordinazione in situazioni dinamiche non stabili
  • Pari forza in corrispondenza di entrambi gli arti inferiori

Si può iniziare la fisioterapia prima dell’intervento al ginocchio?

Come anche specificato in questo approfondimento sulla riabilitazione dopo rottura del legamento crociato, iniziare il trattamento fisioterapico per il rafforzamento dei muscoli ancor prima di subire l’intervento, è spesso consigliato.

Questo perché una gamba tonica, riuscirà a recuperare meglio e in tempi più brevi rispetto ad una che ha perso il tono muscolare.

Per gli atleti agonistici vogliono tornare ad allenarsi e a gareggiare il prima possibile, questo è un aspetto è di fondamentale importanza.

L’isocinetica per il recupero dall’infortunio

Come accennato prima, per gli atleti che fanno sport a livello agonistico è fondamentale poter recuperare dall’infortunio al ginocchio causato dalla lesione al legamento crociato, nel minor tempo possibile ed evitare problemi futuri alla stessa articolazione.

Le migliori strutture di fisioterapia a questo scopo, mettono a disposizione la macchina isocinetica, un dispositivo progettato proprio a questo scopo.

Si tratta di un macchinario collegato ad un computer che permette di valutare, trattare e riallenare la muscolatura e le articolazioni a seguito di un trauma per arrivare al massimo recupero funzionale.

La riabilitazione con la macchina isocinetica favorisce il recupero totale da interventi al legamento crociato anteriore del ginocchio, tenoraffia del tendine d’achille (il caso di Leonardo Spinazzola agli Europei) e in generale di tutto l’arto inferiore.

Inoltre, permette di fare dei test (test isocinetici) per valutare l’avanzamento della riabilitazione e della rieducazione del ginocchio fornendo informazioni che consentono di allenare in maniera ottimale la muscolatura, accorciando molto i tempi di recupero.

Grazie all’isocinetica ci sono stati atleti tornati all’attività sportiva, dopo l’intervento al crociato anteriore, dopo soli 5 mesi.

I risultati ottenuti dai test isocinetici, permettono di portare a termine il percorso riabilitativo riducendo ai minimi termini il pericolo di subire ricadute. Questi stessi test, se ripetuti periodicamente nel corso degli anni dall’atleta, permette di monitorare lo stato della muscolatura del ginocchio, permettendo così di programmare, ove necessario, dei richiami per mantenere il tono ottimale raggiunto al termine della riabilitazione.

Come preservare la fertilità prima della menopausa precoce

Per quelle donne che lottano per concepire o vanno incontro a una menopausa precoce, l’approccio migliore è contattare uno specialista in Preservazione della fertilità.

Mia madre ha avuto la menopausa precoce. Dovrei essere preoccupata?

La menopausa è una funzione naturale che ha inizio quando una donna comincia a verificare cambiamenti nel suo ciclo mestruale.

I periodi possono essere più brevi con flusso minimo o durare più a lungo e produrre un flusso pesante.

Man mano che la menopausa progredisce e i livelli ormonali oscillano, avvertirai altri sintomi, in particolare:

  • vampate di calore
  • insonnia
  • sudorazione notturna
  • affaticamento

Età della menopausa

Mentre questi sintomi possono durare fino a 10 anni, i segni ormonali della menopausa generalmente durano alcuni anni e, in genere, iniziano quando una donna si trova tra la metà e la fine dei 40 anni.

La maggior parte delle donne inizia la menopausa tra i 45 ei 55 anni, con un’età media che si aggira intorno ai 52 anni. Per alcune donne la menopausa colpisce prima dei 45 anni e si parla di menopausa precoce.

E ci sono alcune donne che soffrono di menopausa prematura che si verifica prima dei 40 anni. Ogni volta che si verifica la menopausa, sappi che la riserva ovarica è notevolmente diminuita e che una gravidanza naturale, per chiunque abbia una menopausa precoce o prematura, è estremamente improbabile.

Quando arriverà la menopausa?

La tua biologia e la tua storia familiare offrono le informazioni più attendibili sull’inizio previsto della tua menopausa. Sebbene non sia scolpito nella pietra, l’età in cui tua madre è entrata in menopausa, fornisce una stima di quando capiterà anche a te.

Secondo uno studio, le donne la cui madre, sorella, zia o nonna hanno avuto un inizio precoce della menopausa (prima dei 46 anni) hanno un rischio maggiore (+37,5%) di entrare in menopausa precocemente. C’è un rischio ancora maggiore per quelle donne che hanno avuto una parente diretta che è andata in menopausa prima dei 40 anni.

La menopausa precoce significa che non posso avere un bambino?

La menopausa precoce influisce sulla fertilità. Il periodo che precede la menopausa, noto come peri menopausa, dura in media circa quattro anni, ma può durare da pochi mesi a diversi anni.

Durante questo periodo i tuoi ormoni sono fluttuanti e, sebbene l’ovulazione sia in corso, le tue uova sono diminuite in quantità e qualità. Man mano che questa transizione progredisce, le tue possibilità di concepimento naturale sono significativamente ridotte.

Come per la maggior parte delle regole, anche per il concepimento in menopausa, c’è l’eccezione. Il concepimento naturale e la gravidanza si verificano, in alcuni rari casi, casi fino alla diagnosi di menopausa (la diagnosi si ha dopo 12 mesi consecutivi senza ciclo mestruale).

Segnali di menopausa precoce

Ci sono segnali e sintomi che dovresti conoscere se sospetti di poter andare in menopausa presto.

Sono gli stessi sintomi che indicano la menopausa anche nelle donne anziane:

  • Sanguinamento abbondante (più del solito)
  • Cicli mestruali più lunghi
  • spotting tra i periodi
  • periodi mancati

Questi segnali sono alcuni indicatori del fatto che ti stai avvicinando alla menopausa.

Altri sintomi indicatori:

  • Sbalzi d’umore
  • Vampate di calore
  • Insonnia
  • Sudorazioni notturne
  • Secchezza vaginale
  • Perdita o diminuzione della libido
  • Perdita di controllo della vescica

Per coloro la cui madre, sorella, zia o nonna siano andate in menopausa precoce e hanno dubbi sulla propria fertilità, esistono test per misurare i livelli ormonali e stimare quanto si sia vicine alla menopausa.

L’ormone anti-mulleriano (AMH) è un modo comprovato che i medici usano per identificare la tua riserva ovarica.

I tuoi livelli di AMH sono correlati al numero di uova che hai in riserva.

Se il tuo AMH misura nell’intervallo normale probabilmente hai un numero sufficiente di uova. Quando i livelli di AMH iniziano a diminuire, diminuisce anche la riserva ovarica, indicando che la menopausa si sta avvicinando o è già presente.

Gli estrogeni diminuiscono con l’avvicinarsi della menopausa quindi, misurare i livelli di estrogeni, può essere un’indicazione di dove ti trovi nella scala cronologica della menopausa.

Questo anche se, durante il periodo di transizione, il risultato potrebbe non essere totalmente affidabile.

I livelli di ormone follicolo-stimolante (FSH) aumentano con l’avvicinarsi della menopausa.

L’FSH, insieme ad altre misurazioni ormonali, può suggerire che la menopausa si stia avvicinando, sebbene i livelli non prevedano esattamente quando accadrà.

Le misurazioni dell’ormone stimolante della tiroide non possono confermare una diagnosi di menopausa precoce. Spesso le persone confondono l’ipotiroidismo con la menopausa poiché i sintomi sono molto simili.

Endometriosi in Menopausa

La menopausa è già, di per sé, invalidante per alcune donne ma, per alcune di loro questa situazione viene associata anche all’endometriosi. I sintomi di endometriosi in menopausa interferiscono con la capacità lavorativa della donna, la sfera riproduttiva e relazionale, fino a modificare il rapporto con il proprio partner.

Il trattamento della fertilità può aiutare il concepimento

Sebbene la menopausa precoce non sia reversibile, esiste un trattamento a disposizione delle donne colpite da questa diagnosi, per portare a termine una gravidanza.

La fecondazione in vitro svolge un ruolo importante nell’aiutare le donne in menopausa precoce, o in peri menopausa, a raggiungere il concepimento.

A seconda di quanto sei vicina alla menopausa, puoi usare i tuoi ovuli o, in caso contrario, il tuo medico può suggerire un’ovodonazione come opzione praticabile.

Se sai già che la menopausa precoce è uno scenario probabile ma non sei ancora pronta per iniziare ad avere una famiglia, puoi scegliere di congelare gli ovuli per una futura fecondazione in vitro.

Il processo di congelamento degli ovociti sta diventando sempre più diffuso ed è un modo sicuro per preservare la tua fertilità.