Censis ha realizzato lo studio “Il futuro dell’alimentazione: tra stili di vita contemporanei e nuovi modelli di fruizione“, analizzando il modo in cui gli italiani sono tornati a spendere per mangiare.
Le famiglie italiane spendono molto di più per il cibo rispetto alla spesa sostenuta da altre famiglie nel resto d’Europa, il 14,3% rispetto all’11,4%. Si tratta, sicuramente, di una tendenza da ricercare nella nostra cultura, anche se per gli studiosi si tratta di una forte correlazione tra la spesa alimentare e il bisogno di uscire dal livello di sussistenza.
Il cibo e l’alimentazione quindi tornano centrali per l’italiano che sta superando il periodo di crisi. Infatti, il 91% degli italiani si dichiara interessato al cibo e sa bene sulla base di quali elementi scegliere un prodotto anziché un altro.
L’italiano che va a fare la spesa sceglie il prodotto da acquistare non tanto per il prezzo, quanto per fattori qualitativi come la trasparenza delle informazioni riportate, la funzionalità, le conseguenze sulla sua salute e l’eticità. Inoltre, è disposto a pagare di più quando si tratta di un prodotto esclusivamente italiano. Proprio per questo motivo, la domanda di cibo italiano è aumentata del 36,5% dal 2010 al 2015.
Sempre secondo il team che ha condotto l’indagine, l’italiano acquista in maniera consapevole in quanto si informa. Le informazioni arrivano sopratutto in rete e, considerando ancora l’ambito digitale, sono sempre di più gli italiani che decidono di acquistare online con il take away o utilizzare i distributori automatici di cibo e bevande. Quando si tratta di take away e distributori automatici, gli italiani sono molto attenti alla marca e acquistano quindi solo prodotti che sono legati a un brand o a un ristorante che loro conoscono bene.
Il discorso della marca, invece, viene meno quando si tratta di acquisti all’interno di supermercati e ipermercati. Infatti, sono in crescita gli italiani che acquistano prodotti no-brand nei discount, sopratutto italiani, come quelli appartenenti alla catena Tuodì del Gruppo Tuo di Antonino Faranda.