Essere proprietari di un camping è certamente un’attività piuttosto redditizia ed è sufficiente questo quadro per rendersi conto che si può arrivare a incassare quasi più del 30% del fatturato. Ci sono varie zone, dove è possibile installare un campeggio. Oltre a quelle costiere e lagunari sono molto gradite alle persone anche zone a ridosso dei parchi naturali, dove spesso ci sono uno o più mete da visitare, come queste cinque presenti nei parchi veneti.
Come detto, tuttavia, poca fa oltre ai pro, tuttavia, ci sono anche i contro. E ci riferiamo ai rischi e alle responsabilità. Possedere un campeggio, infatti, significa anche conoscere e rispettare buona parte delle normative dei servizi turistici. E fra queste non sono da meno quelle relative ai rifiuti che i campeggiatori e la struttura stessa producono.
Normative e smaltimento dei rifiuti
Il gestore di un’attività di campeggio deve assicurarsi sempre che i propri campeggiatori rispettino le norme regionali attinenti allo smaltimento dei rifiuti. Ovviamente ci si riferisce alla raccolta differenziata di plastica, carta, secco e umido. Poi di importanza non secondaria c’è la corretta razionalizzazione dell’acqua attraverso contatori elettrici appositi e soprattutto il non inquinamento della stessa. Per cui è vietato gettare negli scarichi vernici e solventi chimici e in generale gli scarichi dei WC vanno solo nei canali previsti.
Autorizzazioni e trattamento delle acque reflue
Questi ultimi, infatti, devono essere oggetto di depurazione nella rete reflua. A proposito di quest’ultima, bisogna porre molta attenzione alle normative vigenti, perché servono autorizzazioni, sistemi di misurazioni e precisazioni chiare sulla capacità di produzione dello stabilimento. Inoltrarsi in questo specifico settore è davvero complesso ed è meglio rifarsi alle specifiche presenti su https://www.dorabaltea.com/acque-reflue-industriali-scarichi-industriali-quali-sono-e-come-riciclarli/. Poiché oltre alle normative ambientali ci sono anche soluzioni di riutilizzo delle acque reflue, che possono giovare anche al campeggio stesso. Lo smaltimento delle sostanze è solo una parte di una serie di norme da rispettare per i gestori di un campeggio.
Le norme sulla pubblica sicurezza
Altre che non devono essere mai sottovalutate sono quelle della pubblica sicurezza. Come struttura ricettiva il campeggio deve dare alloggio solo a persone identificabili. Le generalità devono essere comunicate alle autorità di pubblica sicurezza entro un giorno. Per altre informazioni più chiare è sempre bene controllare l’articolo 109 del TULPS. In più gli impianti sportivi e ricreativi presenti, che possono essere di proprietà del gestore o affidati a terze persone, devono rispettare tutti gli obblighi normativi e non possono essere imposti ai campeggiatori.
Le norme igienico-sanitarie dei campeggi
Anche le norme igienico-sanitarie richiedono massima attenzione. I wc, le docce, i bidet e i lavandini devono essere presenti nel giusto rapporto rispetto al numero dei campeggiatori e devono avere la necessaria manutenzione prevista.
Norme antincendio: cosa non deve mancare
Nell’ambito delle norme antincendio, bisogna effettuare controlli severi dell’uso di dispositivi o sostanze infiammabili sia nelle piazzole sia in tutti gli spazi. Devono essere presenti poi estintori ed eventuali sistemi di estinzione degli incendi.
Dove devono essere rispettate le norme HACCP
Se nel campeggio sono presenti, come ormai capita spesso, dispacci alimentari, market o bar è bene ricordare che questi devono essere a norma rispetto alle indicazioni HACCP, in merito alla sicurezza alimentare e alla conservazione di bevande e cibi.
I divieti per chi gestisce un campeggio
E concludiamo il quadro con alcuni ferrei divieti, che il gestore deve conoscere. Il primo è quello che gli spazi del campeggio non possono essere venduti né essere oggetto di cessione in godimento. Il secondo è che alla fine del rapporto pattuito c’è il divieto di rimuovere dalla piazzola i mezzi di pernottamento e le strutture mobili.