I diritti successori e come funziona la successione ereditaria

Quando viene a mancare una persona, il dolore degli amici ma soprattutto dei parenti deve purtroppo lasciare spazio, dopo qualche giorno di comprensibile disorientamento, ad una attenta disamina di tutte le questioni legali connesse ai diritti successori, ma anche ai doveri dello stesso tipo.

Le posizioni giuridiche dell’estinto infatti non spariscono insieme a lui, ma sono ereditate da soggetti che la legge identifica come successori, i quali fanno le veci del defunto ed acquisiscono i cosiddetti diritti di successione.

Questo nostro articolo vuole essere una parziale guida alle principali fattispecie che si presentano in caso di successione ereditaria: per redigerlo ci siamo avvalsi della consulenza dello studio legale Vaiana, che tra le diverse aree di competenza ha proprio la materia delle successioni sia testamentarie che legittime, e che ci ha fornito un utile vademecum per orientarci in questioni a volte ostiche per chi sia a digiuno di diritto.
Se le prime operazioni infatti riguardano un momento contingente come l’organizzazione del funerale, nei momenti successivi si dovranno necessariamente valutare tutte le questioni legate alla successione e per le quali l’assistenza di un legale professionista sarà indispensabile.

Quando si parla di successione ereditaria?

I beni di un defunto non spariscono ovviamente nel nulla insieme a lui, e i diritti sui suoi possedimenti sia mobiliari (si pensi a un patrimonio custodito in banca) sia immobiliari passano agli individui a lui più vicini in linea di sangue o di parentela: in genere, i parenti più stretti quali il coniuge o i figli. Nel caso non sussista un nucleo familiare, si tiene conto delle persone immediatamente prossime quali eventuali fratelli, nipoti o zii.

La legge fa una netta distinzione in caso di morte tra la successione testamentaria e la successione legittima.

La successione testamentaria

È successione testamentaria, come suggerisce il termine stesso, quella in cui il defunto abbia redatto prima di morire un documento scritto che contenga le sue ultime volontà in un momento in cui era in possesso delle sue facoltà mentali, e che sia stato validato da un notaio. È un documento che può contenere anche istruzioni e disposizioni sulle modalità o sui tempi nei quali i beni devono essere trasferiti e resi disponibili agli eredi.

La successione legittima

In assenza di questo documento di valore legale inequivocabile ed inoppugnabile si apre la cosiddetta successione legittima, che trasferisce secondo la legge le posizioni giuridiche ai parenti più prossimi, ed in questo caso possono sussistere le successioni a titolo particolare (con trasferimento solo parziale delle posizioni giuridiche) o le successioni a titolo universale che indicano come il successore subentri per intero facendosi carico di diritti e obblighi relativi al defunto.

La Dichiarazione di successione

Naturalmente la questione non è così semplice come può apparire da quanto appena descritto, e del resto non si spiegherebbe altrimenti il ruolo fondamentale rivestito in simili casi dai professionisti della sfera legale, gli unici ad avere sufficienti competenze per affrontare tutte le procedure del caso.
Per aprire una procedura di successione gli aventi diritto devono presentare la Dichiarazione di successione, un documento dettagliato ed estremamente formale che comprende ed elenca il tipo di beni oggetto della successione, la loro natura ed entità, e le generalità dei successori, i quali accettano diritti e doveri derivanti. Senza tale Dichiarazione non è possibile subentrare in termini legali al defunto.

È inoltre necessario versare in via telematica tramite Entratel o Fisconline l’imposta di successione, che viene calcolata sulla base imponibile netta del valore dei beni materiali, una volta detratte quindi le passività.

È possibile rinunciare alla successione?

In alcuni casi può accadere che un defunto lasci in eredità solo delle passività che si rivelano maggiori dei beni all’attivo. La legge consente in tali casi di rifiutare di assumersi diritti e doveri associati all’eredità, che passa così ai parenti più prossimi.
È inoltre possibile accettare la successione con il beneficio dell’inventario, tutelando così il proprio patrimonio personale, ma è rilevante sapere che la rinuncia è invece definitiva e non dà alcun diritto a successivi ripensamenti; inoltre, non può essere parziale e considerare solo parte dell’eredità, ma la deve contemplare nella sua interezza.