Chi è lo psicologo e quali sono le differenze con lo psicoterapeuta

Quando si sente parlare di psicologo e psicoterapeuta, si fa l’errore di associare le due distinte professioni ad un unica figura. In realtà esse si differenziano per diversi aspetti, a partire dal percorso formativo ed universitario che sono tenute ad affrontare per l’esercizio della loro professione.

Innanzi tutto chi è psicoterapeuta è o un medico o uno psicologo, ha dovuto svolgere lo stesso un percorso di laurea e la successiva iscrizione all’albo, dopo frequentare una scuola di specializzazione in psicoterapia della durata di 4 anni, per poter divenire a tutti gli effetti uno psicoterapeuta, è obbligatorio anche un tirocinio di minimo 400 ore presso strutture convenzionate.  Non obbligatori percorsi di analisi personale.

Quindi possiamo affermare che gli studi di per questa figura professionale siano più molto più lunghi di quelli di uno psicologo o di un medico.

Lo psicoterapeuta, è dunque una figura professionale che a differenza dello psicologo è l’unico abilitato alla cura dei disturbi psicopatologici, cioè disturbi di origine psichica, utilizzando specifiche tecniche terapeutiche di intervento che egli apprende durante la sua esperienza di studio. Con una competenza non strettamente legata alle scienze psicologiche o a quelle mediche, o in qualche modo legata ad entrambe, ma nello stesso  tempo disciplina indipendente.

Per capirci, lo psicologo, alla conclusione degli studi universitari per svolgere la professione, dovrà superare l’esame di Stato, abilitandosi e iscrivendosi all’albo. Esistono comunque indirizzi formativi differenti, che da modo di svolgere la professione in svariati ambiti.

Ad esempio, in psicologia clinica, come nella salute mentale; in psicologia dello sviluppo e dell’educazione, in particolare con  i minori, nel settore scolastico, con lo scopo di migliorare il loro benessere psicologico; lo psicologo lavora anche a livello accademico, attraverso ricerche e l’insegnamento; svolge anche compito importanti anche in ambito organizzativo al fine di collaborare per il funzionamento delle organizzazioni in cui è inserito; poi c’è la psicologia generale e sperimentale.

In concreto interviene sui disagi psichici dei pazienti che richiedono il suo intervento, attraverso gli strumenti valutativi e di intervento che egli stesso apprende attraverso i suoi percorsi formativi, come colloqui, somministrazioni di test, consulenze diagnostiche, consentendo ai propri pazienti di raggiungere un certo benessere psicologico, o di rilevare la presenza di disturbi psicologici su cui non possono svolgere però alcuna terapia, in quanto  non possiedono le competenze e le conoscenze adeguate, attività che invece è di competenza dello psicoterapeuta.

Cosa fa lo psicologo

La psicologia rappresenta lo studio dei processi intrapsichici dell’individuo, ed è proprio quello che lo psicologo fa, cioè cercare di comprendere ed approfondire situazioni in cui condizioni della persona e relazioni con gli altri divengono fonte di disagio.

Ad esempio interviene sulla crescita della persona cercando di aumentarne l’autostima, agisce per consentire al paziente di gestire al meglio le situazioni stressanti; dal punto di vista clinico, li sostiene ed effettua le opportune valutazioni cognitive; intervenendo anche dal punto di vista sociale, cercando di migliorare le sue relazioni con gli altri. Attraverso l’utilizzo di vari strumenti appresi durante la sua formazione universitaria.

L’obiettivo è quello di utilizzare le proprie conoscenze al fine di mettere in atto interventi finalizzati alla prevenzione, diagnosi, riabilitazione e sostegno psicologico nel confronti di singoli individui, famiglie, gruppi e comunità, oltre che svolgere attività di ricerca e di sperimentazione, secondo le disposizioni di legge. Concretamente allo psicologo spettano interventi finalizzati a migliorare la qualità di vita della persona, e il loro benessere psicofisico.

La figura dello psicologo lo ritroviamo in diversi ambienti lavorativi, come ad esempio, strutture residenziali per minori, anziani e soggetti con patologie mentali; lo stesso vale per i centri pubblici cioè appartenenti ad esempio alle aziende usl, quindi specializzati su determinate categorie di pazienti con svariate problematiche, come i sert, cioè senvizi territoriali per la tossicodipendenza;

oppure i centri di salute mentale; nelle organizzazioni del terzo settore, in cui spesso opera per portare avanti progetti finalizzati alla realizzazione di servizi volti a singoli, famiglie o comunità; la figura dello psicologo si può anche ritrovare presso gli istituti di pena, in quanto chiamati a far parte delle equipe multi-professionali (GOT) che operano al fine di definire percorsi individualizzati di reinserimento sociale per i detenuti.

Infine lo psicologo può anche svolgere la il proprio lavoro come libero professionista, sempre in completa autonomia tecnico-professionale e di giudizio, nel rispetto delle norme deontologicamente riconosciute, non abusando del proprio potere e secondo il rispetto del principio di riservatezza secondo quanto previsto per legge, infatti anche allo psicologo spetta il segreto professionale, cioè il non utilizzo delle informazioni di cui viene a conoscenza nell’esercizio della professione.

Lo psicologo lavora anche con le equipe di professionisti, cioè mettendo a disposizione le proprie conoscenze apprese attraverso i suoi studi e l’ esperienza, al fine di prendere in carico situazioni di utenti multiproblematici.

Oggi troviamo lo psicologo anche online.

Psicologo online

Oggi si sente parlare sempre di più di psicologi on-line, cioè che prestano le proprie consulenze e il proprio sostegno via internet, a persone che necessitano di avere un colloquio con il professionista a distanza, ad esempio per motivi di lavoro, spostamenti all’estero o anche fuori città, accedendo con facilità alle prestazioni desiderate, in maniera semplice ed innovativa, con estrema sicurezza.

Ovviamente molti si chiedono se effettivamente questo tipo di terapia possa essere davvero efficace. Sembra in realtà che sia proprio così, sempre più gente oggi richiede di effettuare delle consulenze on-line.

Generalmente sono fatte a pagamento, abbastanza accessibile, ma alcuni le propongono anche gratuitamente. Basta andare su google e nel motore di ricerca inserire la parola chiave, vedrete visualizzate diversi siti che prestano consulenze in questo modo.

Sostanzialmente ciò che avviene durante un incontro on-line, rappresentante quello che in concreto si realizza durante una vera e propria seduta presso lo psicologo. In rete possiamo anche trovare tutte le informazioni che ci servono, e tutta l’assistenza di cui necessitiamo.

Solitamente c’è sempre un professionista pronto ad ascoltarvi in qualsiasi momento, 24/24, oppure potrete procedere per appuntamento, sempre in base alle vostre esigenze famigliari e lavorative. Il vostro psicologo in rete sarà lieto di dare tutta l’assistenza e il sostegno di cui avete bisogno, in qualsiasi momento e ovunque, così che potrete consultarlo anche nelle situazioni più buie, basta una semplice connessione internet.

Esistono anche dei siti dove ci sono dei veri e propri elenchi di psicologi pronti per aiutarti, così che tu possa fare una scelta, eventualmente anche in base alla regione dove il professionista ha la sua sede o la tua.

Per gli esperti che vogliono intraprendere questo tipo di esperienza ed approcciarsi al mondo della consulenza e sostegno in rete, esistono dei corsi di formazione on line, opportunamente supervisionati, che consentono un’ottimale preparazione in merito all’apprendimento delle tecniche migliori per effettuare colloqui ottimali anche attraverso uno schermo.

Il servizio online è rivolto solo a persone maggiorenni, che presentano disagi psicologici, sociali o relazionali, chiunque possiede dubbi sul proprio comportamento o quello di persone care, o persino problemi di coppia, traumi legati a lutti, disturbi dell’alimentazione, principi di depressione, disturbi d’ansia, o disturbi di personalità, può fare delle consulenze online.

Basta una telecamera e un microfono, in molti casi è richiesto la compilazione del consenso informato, delle volte troverete anche un questionario da compilare.

 

Differenza tra psicologo e pscichiatra

 

Spesso la gente tende a fare confusione tra le differenti figure, quale lo psicologo, confondendolo con lo psichiatra e ancora di più con il terapeuta.

In realtà questi professionisti hanno formazioni e competenze assai diverse.

Lo Psichiatra è un soggetto laureato in medicina, che ha conseguito una specializzazione successiva alla laurea, in Psichiatria. Si occupa di trattare i disturbi mentali, ad esempio schizzofrenia, disturbi della personalità, disturbi dell’umore, come depressione o disturbo bipolare,  difficoltà cognitive e percettive come delirio e allucinazioni cioè alterazioni psicologiche e comportamentali che riguardano la personalità dell’individuo, con conseguenze invalidanti, che interessano il sistema nervoso.

Lo psichiatra dal un punto di vista medico, può intervenire trattando il paziente con la prescrizione anche di psicofarmaci. Per la cura di specifici disturbi può essere indicato che lo Psicologo o lo psicologo psicoterapeuta, collaborino con lo Psichiatra nella presa in carico del paziente e che quindi al sostegno psicologico e alla psicoterapia, si associ una terapia farmacologica. Solo qualora abbia effettuato un percorso formativo in psicoterapia lo Psichiatra è abilitato al suo esercizio, per cui, tra gli Psichiatri, si possono trovare anche Psichiatri Psicoterapeuti.

Lo psicologo anch’egli può divenire uno psicoterapeuta, qualora dopo aver conseguito la laurea in psicologia e successiva abilitazione, decida di frequentare una scuola di specializzazione della durata quadriennale.

Egli dunque non ha la possibilità di intervenire sui pazienti con la prescrizione di farmaci, a differenza dello psichiatra, ma attraverso strumenti che esulano dalla competenza prettamente medica, per lo più tramite colloqui con il paziente, somministrazione di test, con l’obiettivo di sostenere psicologicamente e riabilitare singoli individui, famiglie, gruppi e comunità, che ne richiedono l’intervento.

Ciò che essi di studiano e il tipo di intervento che fanno è la differenza più importante e sostanziale tra le due professioni.

Quindi lo psicologo si concentra sugli aspetti emotivi e cognitivo del disturbo presentato dal paziente, mentre lo psichiatra affronta il disturbo in relazione al sistema fisico dell’uomo. Anche il rapporto con il paziente è differente, in quanto lo psicologo basa il colloquio sulla necessità di istaurare una sorta di relazione empatica con la persona, cioè l’incontro tra individuo-individuo, cercando di conquistare la fiducia del utente, con l’obiettivo di riattivare le risorse, la capacità di scelta, le emozioni positive.

Mentre lo psichiatra ha un rapporto più da medico-paziente, mantenendo una sostanziale asimmetria, in cui il medico è competente e professionale e dà indicazioni e prescrizioni, mentre il paziente è colui che si trova in stato di bisogno.

 

L’oggetto di studio della psicologia: i processi mentali

Lo psicologo nel nostro paese è ormai un professionista molto conosciuto e diffuso, che si trova in una grande quantità di ambiti lavorativi molto differenti, negli ospedali, nelle organizzazioni del terzo settore, nei centri residenziali e non per soggetti con problematiche diverse, come i tossicodipendenti o in servizi per la salute mentale, nelle carceri, ormai diffuse anche le consulenze online, coloro che praticano la professione come liberi professionisti, fino alla presenta presso la vostra farmacia, che spesso anche gratuitamente fa delle consulenze psicologiche per chi ne fa richiesta. In generale quindi è un professionista che negli anni si è fatto strada molto velocemente più che altro nei paese occidentali.

La psicologia nasce in Europa in particolare in Germania, e ben presto sbarca anche negli Stati Uniti d’America, e si diffonde poi un po’ in tutto il mondo, con orientamenti e teorie differenti che hanno comunque come oggetto di studio i processi mentali di un individuo e i suoi comportamenti.

Quando si parla di processi mentali, si fa riferimento a quella parte dell’individuo che riguarda la capacità di raccogliere informazioni dall’ambiente circostante, rielaborarle, trasformarle ed utilizzarle al meglio durante la vita quotidiana, in relazione all’ambiente stesso e nell’interazione con gli altri.

Per essere più chiari, quando si parla di processi mentali, in particolare di quelli cognitivi, si fa riferimento in concreto, all’intelligenza di una persona, cioè la capacità di risolvere i problemi; alla memoria; alla percezione, attraverso ad esempio l’udito, la vista, il tatto e il gusto; al pensiero, la capacità di fare ipotesi sul mondo esterno; anche al linguaggio e all’immaginazione.

Quando si fa riferimento ai processi mentali e ovvio che oltre a quelli cognitivi, ci si concentra anche su quelli così detti dinamici, i quali riguardano: i bisogni, legati alla mancanza di qualcosa; l’attaccamento, in merito ad una persona o ad una cosa; la pulsione, che si configura come uno stato di eccitazione che spinge l’individuo ad una qualche attività; emozioni, che sorgono in relazione ad uno stimolo, interno o esterno, con manifestazioni che possono andare dal rossore alla sudorazione; la motivazione che porta l’individuo ad agire; ed infine la personalità.

Il problema sorge dunque quando i processi mentali dell’individuo non funzionano come dovrebbero, dunque il paziente avverte che c’è qualcosa che non va, in se stesso, che provoca una condizione di disagio personale ed in interazione con gli altri.