Progettazione meccanica e animazione tridimensionale sono da sempre un binomio che, se ben sfruttato, può trasformarsi in strumento di marketing per le aziende manifatturiere e le industrie meccaniche.
Animazione 3D e visualizzazione di elementi tridimensionali aiutano a rendere comprensibili risultati di sviluppo e ricerca prevalentemente di carattere ingegneristico e tecnico.
Presentazioni aziendali per prodotti tecnologicamente complessi
Prima del rilascio di prodotti tecnologicamente sofisticati ci sono evidentemente studi particolarmente complessi. E questo vale, spesso, ancora di più per quei beni e servizi che all’apparenza risultano di immediato utilizzo. Anzi la semplicità di uso sovente presuppone un complesso meccanismo che non sempre è facile mostrare.
La conseguenza di questo è che le aziende produttrici incontrano maggiori difficoltà nella realizzazione di supporti destinati ad attività di video marketing. I settori in cui si assiste a questa tendenza sono quelli connessi all’intelligenza artificiale, alla robotica, all’ automazione, alle macchine utensili e al comparto di industria 4.0. Tutti settori in cui è più importante mostrare contenuti che non fare storytelling. E sono ambiti in cui proprio per mostrare funzionamento, dati e case history diventa utile impiegare video con parti virtuali e in 3d
Marketing industriale e animazione 3D per aziende manifatturiere
Quando si tratta di prodotti come un nuovo brevetto, un sistema robotizzato, una linea di montaggio, la principale richiesta di chi si occupa di comunicazione di impresa è poter visualizzare nell’immediato il risultato ottenibile grazie al funzionamento per mostrarne i vantaggi, e di conseguenza, trasformarlo, spesso nei casi di brevetti, in vere e proprie opportunità economiche.
In questi casi le animazioni e i video 3D si rivelano uno tra gli strumenti più utili quando bisogna mostrare e spiegare complicati procedimenti meccanici, termici, chimici, o semplicemente teorici.
Ciò avviene in tutti quei casi in cui diventa laborioso se non impossibile servirsi di metodi tradizionali per filmare ciò che accade all’interno delle macchine, utensili e non. Al contrario, impiegando video in 3d e animazioni virtuali si possono mostrare le caratteristiche di uno strumento mentre questo è ancora in costruzione, o durante la fase progettuale.
Grazie poi alle possibilità di stampare in 3d i medesimi files, si riesce a mostrare ai potenziali clienti, de visu, in maniera tangibile parti meccaniche e il loro funzionamento. E’ una possibilità spesso sottovalutata e non ancora sfruttata appieno nel campo del marketing aziendale.
Come si arriva al video 3D partendo da un modello tridimensionale
Il lavoro inizia quasi sempre dal modello che nasce dentro al software di progettazione meccanica, quali Inventor, Solid Works o Catia; si sfrutta nella maggioranza dei casi il formato STL (Stereo Lithography Interface Format, acronimo di “Standard Triangulation Language). E’ un formato che può essere portato con relativa facilità in un programma di animazione 3D, perchè descrive le superfici mediante suddivisione in triangoli, indicando le coordinate spaziali di ciascun vertice.
Non è un’operazione nè lineare nè semplice perché spesso nei modelli nati per la progettazione sono presenti dettagli che risultano di ostacolo nella visualizzazione: questo perchè, per la complessità intrinseca del modello progettuale, aumentano i tempi di calcolo in fase di rendering. I modelli devono essere adattati e gli elementi riordinati per essere utilizzati con successo nei programmi che generano video in 3d. E’ un aspetto da considerare con attenzione nel campo della lavorazione 3D e che è opportuno sia svolto a quattro mani tra il progettista e l’animatore
Nel sito di questo studio di animazione e video 3d si trovano un interessante calcolatore di tempi di rendering e delle risorse utili per scambiare files con uffici tecnici, oltre a tutorial per esportare dai principali programmi di progettazione meccanica.
La “resa” di un video 3d, cioè il rendering
Il rendering è il processo di calcolo tramite il quale si va a “restituire”, ovvero ricreare un’ immagine dal carattere più o meno realistico partendo da una descrizione matematica di uno o più elementi tridimensionali. Spesso lungo e dispendioso, tanto da sembrare un time lapse durante il quale le immagini nascono lentamente, una dopo l’altra, il processo comporta calcoli complessi: questi individuano i colori dei pixel nell’immagine, simulando luci, ombre, dinamiche della luce e materiali. Ad esempio: un raggio di luce interagisce con un materiale. Questo rimbalza infinite volte, assumendo colori e generando aree ombreggiate. Più sono i rimbalzi, più elevato sarà il tempo di calcolo. E’ la tecnica definita come illuminazione globale, o global illumination.
Motivi per usare una Render farm
Cos’è una render farm? E’ un insieme di computer ad alte prestazioni il cui compito è fare rendering di immagini create al pc o CGI, oppure sequenze di immagini. In altre parole, le render farm offrono un’elevata potenza di calcolo per produrre video 3D.
Una volta terminato, il file di progetto, correttamente configurato, arriva alla render farm tramite plug-in all’interno del software, o via ftp. Qui si fa partire il rendering, distribuendo il lavoro nel proprio network di macchine.
Il rendering è il prezzo, spesso non indifferente, da pagare tra il lavoro e la consegna. E’ posto alla fine della pipeline di un video 3D, e purtroppo richiede più tempo di calcolo quanto più l’immagine debba apparire essere realistica o complessa. Nonostante il tempo che si sia speso per la fase di ottimizzazione del modello all’interno di un software nato per la progettazione meccanica, e gli sforzi di accelerare il tempo di calcolo della scena.
Ecco perchè quando si parla di costi di una render farm è più che mai vera questa frase: “Pagare per l’uso di una render farm è pagare per il tempo, e il tempo è un bene prezioso.”