Alla riscoperta dei movimenti naturali con l’Allenamento Funzionale

L’allenamento funzionale è praticamente sulla bocca di tutti: avrai probabilmente letto o sentito questa espressione in qualche articolo o video dedicato al fitness, nella rubrica dedicata al benessere di qualche rivista femminile o in qualsiasi spazio del web dove si parlasse di movimento e forma fisica.

Se stai cercando informazioni per capirci qualcosa in più, troverai in questo articolo una spiegazione esaustiva sul functional training, sui suoi benefici e sui movimenti fondamentali che lo caratterizzano.

Che cos’è il Functional Training

 Partiamo subito col dirti che il functional training si distingue da altri tipi di allenamento come il body building, per un motivo ben preciso: il suo obiettivo principale non è il miglioramento della condizione estetica, ma un miglioramento dei movimenti, degli schemi motori e del benessere generale dello sportivo.

Con l’allenamento funzionale il focus si sposta da una visione che pone l’accento sul muscolo ad una diversa filosofia di training, che sposta l’attenzione sul movimento.

In altre parole, la varietà di esercizi eseguiti all’interno di tale tipologia di allenamento apporta benefici a tutto il corpo, ottenendo nel tempo un miglioramento complessivo della forza e della resistenza, della coordinazione, delle capacità aerobiche e della propriocezione.

Questi risultati si ottengono esercitando il corpo attraverso movimenti che possiamo definire “naturali”, perché imitano quelli che facciamo ogni giorno nella nostra vita quotidiana.

Se pensi a come ti muovi durante la giornata, noterai che raramente utilizzi un solo gruppo muscolare: generalmente quasi tutti i movimenti del corpo richiedono il coinvolgimento di più muscoli ed articolazioni.

L’allenamento funzionale parte proprio da questo principio: allenare i muscoli di tutto il corpo, esercitandoli a compiere i movimenti per cui sono stati progettati, con l’obiettivo di raggiungere maggiore controllo, consapevolezza e coordinazione.

Ecco, quindi, che i movimenti base del functional training sono lo squat, il vogatore, le flessioni, il bridge, l’affondo: tutti movimenti che derivano dai “primal movements”, i movimenti primitivi, ossia quelle capacità motorie – piegarsi, accovacciarsi, ruotare il busto, accovacciarsi, spingere e tirare – che l’uomo ha sviluppato nel corso della sua evoluzione, per adattarsi all’ambiente.

I pro e contro dell’Allenamento Funzionale

 I vantaggi che derivano dall’allenamento funzionale sono innumerevoli.

Innanzitutto, un miglioramento delle condizioni fisiche generali, che permette di ottenere un beneficio anche nella vita di tutti i giorni: operazioni come trasportare uno scatolone pesante, portare su le buste della spesa o prende il braccio il proprio bambino, diventano più semplici e decisamente meno faticose.

Il functional training migliora anche l’equilibrio strutturale, cioè il rapporto tra forza, stabilità e mobilità tra le varie parti del corpo, riduce il rischio di infortuni e migliora il funzionamento del sistema cardiocircolatorio.

Anche coloro che desiderano perdere peso trovano in questa tipologia di allenamento un ottimo alleato: il coinvolgimento di più gruppi muscolari contemporaneamente, infatti, incrementa il dispendio energetico, favorendo il dimagrimento, come suggerisce questo articolo di Marie Claire.

Ultimo, ma non meno importante: in tempi in cui vediamo diffondersi sempre più l’abitudine di allenarsi a casa o all’aperto, l’allenamento funzionale offre il grandissimo vantaggio di non richiedere particolari attrezzature: può addirittura essere sufficiente un semplice attrezzo come il bodyweight gym, come leggiamo su Xenios USA Magazine.

Tuttavia, come suggerisce il Dr. Riccardo Borgacci, in questo dettagliato articolo dedicato agli esercizi funzionali, questo tipo di allenamento è assolutamente da evitare in caso di particolari patologie e soprattutto in età avanzata, poiché l’invecchiamento grava sulle articolazioni, punti di maggior impatto gravitazionale.

Da dove partire per un buon Allenamento Funzionale

 Il functional training può essere praticato sia da atleti allenati, sia da soggetti sedentari, ovviamente con le dovute accortezze e le giuste progressioni.

I movimenti naturali implicano una posizione eretta: l’allenamento funzionale, infatti, si svolge per la gran parte in piedi, senza l’ausilio di macchine isotoniche o attrezzature che guidino i nostri movimenti.

Elemento fondamentale di questa tipologia di allenamento è il coinvolgimento di tutto il corpo: ricordiamo che l’obiettivo è ottenere maggiore coordinazione, forza e stabilità, che diventano ancora più importanti se ad allenarsi è un atleta.

Per questo motivo, nel functional training non trova spazio il concetto di “Isolamento muscolare”, ma diventano importanti i concetti di mobilità e stabilità, fondamentali per la corretta esecuzione degli esercizi.

Mobilità e stabilità sono strettamente collegati al rispetto della fisiologia delle articolazioni, che, nell’approccio “Joint by Joint” di Gray Cook, vengono suddivise in mobili e stabili, in base alla loro funzione: ad esempio, la caviglia è un’articolazione mobile, il ginocchio un’articolazione stabile, l’anca è mobile, la lombare è stabile, e così via.

Fondamentale ai fini della stabilità del corpo, è la corretta attivazione del core, che rappresenta il centro del movimento: un core debole causerà minore stabilità e padronanza nell’esecuzione movimenti più complessi.

Per i principianti e i sedentari che si approcciano al functional training può essere inutile, quindi, partire da movimenti complessi: meglio concentrarsi sull’apprendimento della corretta esecuzione dei fondamentali, come squat, affondi, il salto laterale, butt kicks o step up, progredendo ed incrementando nel tempo intensità e complessità dei movimenti.

Il consiglio, in ogni caso, è quello di rivolgersi ad un personal trainer esperto, che possa costruire un piano personalizzato, in base alle caratteristiche del corpo, al livello di allenamento e agli obiettivi specifici.