I benefici di un giardino zen: ecco come costruirlo

Il giardino zen è un elemento tipico della cultura giapponese, adottato anche in Occidente per i suoi numerosi effetti positivi. Si tratta di uno spazio all’aperto in cui ogni componente assume un importante valore simbolico: le piante, gli alberi e i prati dei giardini tradizionali sono sostituiti dalle pietre e dalla sabbia bianca. Anche i corsi d’acqua e gli stagni sono raffigurati in questo modo, ad esempio tramite la ghiaia modellata in modo da riprodurre l’aspetto delle onde, con qualche roccia come emblema di scogli e isolotti. Questo particolare ambiente esterno è noto come karesansui, che nella lingua giapponese significa letteralmente “giardino di pietre“. Con il passare del tempo si sono affermati anche altri tipi di giardino zen: essi, talvolta, comprendono lanterne, ponticelli di legno, pittoreschi sentieri. Nella maggior parte dei casi si ricorre a un certo numero di piante ornamentali tra le rocce e ad un solido pavimento di marmo, di ciottoli o di pietra naturale, lambito dalle “onde” di ghiaia e sabbia con un risultato finale di notevole armonia.

Prendersi cura di un giardino zen reca numerosi benefici. In realtà, anche solo ammirare un simile paesaggio regala una sensazione di relax e di pace interiore. La quiete, il silenzio, i colori neutri, l’asimmetria, sono tutti fattori che favoriscono l’introspezione e la ricerca del proprio io più profondo. Alcuni potrebbero erroneamente pensare che questa tipologia di giardino sia un mero elemento decorativo, ma non è così: il karesansui nasce con un preciso significato filosofico-religioso centinaia e centinaia di anni fa, precisamente tra il ‘300 e il ‘500, durante quella fase della storia giapponese conosciuta come periodo Muromachi. Realizzare e curare un giardino zen significa adottare i principi della cultura buddhista, riflettere sulla singola disposizione di ogni roccia, di ogni granello di sabbia. Un’operazione così sistematica aiuta a ritrovare il proprio benessere interiore e a fare ordine tanto nel giardino quanto nella propria mente. La bellezza della natura e l’azione dell’uomo raggiungono un vero e proprio punto di incontro: chi si dedica al giardino zen è guidato dall’istinto, non deve concentrarsi ma, al contempo, compie un autentico atto di meditazione.

Creare un karesansui o un altro genere di giardino non è difficile. Basta procurarsi una serie di materiali del tutto ecologici e naturali, tra cui appunto le pietre, la sabbia, la ghiaia. Quest’ultima va lavorata con un rastrello, necessario per conferire alla distesa un aspetto ondulato che ricorda quello dell’acqua. Si può decidere di impreziosire l’ambiente con lanterne di pietra, steccati di legno o ponti, ma è importante fare attenzione a non inserire troppi componenti: il giardino zen si distingue per il suo carattere essenziale, per l’assenza di tutto ciò che è superfluo. Chi lo osserva e lo cura deve respirare a pieni polmoni, godere di uno spazio libero e minimalista. Per quanto riguarda il pavimento, è fondamentale selezionarne uno indicato per gli ambienti esterni, come quelli prodotti da Fratus. La scelta, comunque, è molto vasta e puramente soggettiva, a seconda di ciò che l’interiorità di ognuno suggerisce: alcuni prediligeranno le lastre, altri i ciottoli. Alcuni opteranno per i colori chiari, altri per tonalità scure, in armonioso contrasto con il bianco della sabbia. L’importante è che i materiali siano adatti agli ambienti outdoor e che non risentano di piogge, umidità ed escursioni termiche grazie agli appositi trattamenti cui vengono sottoposti. La pavimentazione migliore è quella liscia, gradevole da percorrere anche a piedi nudi, robusta e sicura. La pietra del pavimento può essere arricchita da vari muschi e deve essere ogni tanto ripulita con un getto d’acqua. Un consiglio: potrebbe essere utile porre sotto la ghiaia uno strato di TNT per limitare la crescita di erbe infestanti.

Come si evince da questa panoramica, per il giardino zen servono pochi elementi, proprio per recuperare quel culto dell’essenziale che al giorno d’oggi sembra sempre più evanescente. Molti amano valorizzare l’ambiente con alcune piante, optando ovviamente per quelle che possiedono un significato simbolico. Il pino bianco giapponese, per esempio, va posto all’ingresso del giardino perché favorisce il rapporto tra l’uomo e la natura. Il ciliegio e l’acero rappresentano la gentilezza, la delicatezza; gli alberi sempreverdi incarnano il concetto di longevità. Il tasso indica buon auspicio, le azalee la vita e la rinascita. Il muschio simboleggia la purezza e la libertà. La tradizione giapponese distingue le piante destinate al giardino zen in maschili e femminili, le prime più alte e con una conformazione più spigolosa, le seconde più basse e tondeggianti. Le piante maschili trasmettono forza, quelle femminili sicurezza e tranquillità. Ad ogni modo, coloro che inseriscono nel proprio giardino zen anche delle piante devono naturalmente curarle con attenzione. Meglio irrigare con il sistema a goccia, per non rischiare di bagnare troppo la ghiaia, e sottoporre di tanto in tanto gli esemplari a trattamenti antiparassitari. È indispensabile raccogliere le foglie caduche, curare le siepi e potare con regolarità le cime delle piante.